In Italia i diritti dei consumatori sono sempre stati considerati un optional dalle grandi imprese. Basterebbe dare un’occhiata alla lista di infrazioni sanzionate dalle authority di settore per capire come troppe aziende siano abituate a non tenere nel debito conto il parere degli utenti quando va a confliggere con il proprio interesse.
Un disinteresse dimostrato dalla faccenda relativa alla possibilità concessa alle società di TLC di iscrivere nella blacklist dei cattivi pagatori gli utenti che per qualche motivo non abbiano provveduto a saldare le loro bollette. Una decisione che ha scatenato le recriminazioni delle associazioni che difendono i diritti dei consumatori, oltre a rendere sempre più evidente come degli stessi, in fondo, alla politica importi molto poco, in quanto dalle stesse aziende trae spesso il proprio sostentamento sotto forma di generosi contributi.
I prestiti per cattivi pagatori
Va peraltro segnalato come l’iscrizione in uno dei database relativi ai cattivi pagatori possa avere conseguenze sgradite per chi abbia la sventura di incapparvi. Non solo questa categoria si ritrova ad essere praticamente bandita dal sistema creditizio, ma nel caso in cui riesca a trovare ascolto è costretta a sottoporsi a condizioni finanziarie più sfavorevoli rispetto a chi invece non compaia nel SIC (Sistema di Informazioni Creditizie). Una vera e propria tagliola per milioni di persone che cercano soluzioni rese complicate da una situazione lavorativa non ottimale e dalla politica di molti istituti creditizi che continuano a guardare con estrema diffidenza ad una categoria sempre più estesa.
Tra le soluzioni in grado di ovviare alla situazione ricordiamo comunque i prestiti per cattivi pagatori, una tipologia di finanziamento messa in campo da società specializzate in cui rientrano ad esempio i prestiti con garante o quelli cambializzati. Nel primo caso è necessaria la presenza di una terza figura in grado di garantire con il proprio reddito o patrimonio il rientro del prestito, nel secondo la garanzia è fornita proprio dalla cambiale, ovvero dal titolo esecutivo che permette all’ente erogante di impossessarsi del bene ipotecato dal richiedente, in caso di mancato pagamento.